
26 Mar Google smette di tracciare gli utenti a scopi pubblicitari: possibili scenari
A cura dell’avv. Alessandro Rubino
Fa notizia la questione di Google. Il gigante tech entro il 2022 ha intenzione di abbandonare i cookie di terze parti basati sull’economia digitale.
Ma non è solo: browser rivali, società di tecnologia pubblicitaria e sostenitori dell’open web si stanno affrettando a sviluppare sistemi alternativi che potrebbero impedire a Google di ottenere sempre tutto. Sono in valutazione sistemi di tracciamento basati sulla posta elettronica per raccogliere direttamente più dati degli utenti e ripristinare forme meno note di pubblicità contestuale.
Sebbene Google sia incentrato su Chrome, Microsoft sta anche lavorando per migliorare l’anonimato nelle attuali impostazioni di vendita pubblicitaria. Chrome è il più grande browser del mondo e Google – a differenza di Apple o Mozilla – fa anche la maggior parte dei suoi soldi dalla pubblicità, i cambiamenti avranno quindi un grande impatto sugli editori che permettono alle persone di leggere articoli gratuitamente mostrando loro pubblicità mirata.
Attualmente, i cookie di terze parti in Chrome ti tracciano sul Web, tracciano la cronologia di navigazione e inviano questi dati alle reti pubblicitarie. Le persone sono rappresentate da una stringa di numeri che funge da ID e consente al sito Web di visualizzare annunci pubblicitari mirati. In teoria, se vedi un annuncio per un prodotto che ti piace, è più probabile che tu faccia clic su di esso e acquisti il prodotto, e che ti abbiano ascoltato, tracciato o che abbiano letto i tuoi testi. Parte di questo è un sistema di apprendimento automatico chiamato Federated Learning of Cohorts (FLoC).
Ma alla gente non piace che la loro cronologia di navigazione sia tracciata!
Il sistema di Google mette Chrome al centro del processo pubblicitario, mentre la controproposta di Microsoft, chiamata Parakeet, usa il browser per rendere anonime le informazioni delle persone prima di passarle attraverso i sistemi esistenti. Google sta sviluppando Privacy Sandbox allo stesso modo ed entrambe le aziende dicono di essere impegnate a lavorare con l’industria pubblicitaria per offrire alternative più incentrate sulla privacy ai cookie.
Mentre Google dice che i suoi sistemi non useranno “identificatori alternativi per tracciare gli individui”, l’industria pubblicitaria sta lavorando su altre opzioni che emulano il comportamento dei cookie di terze parti utilizzando come mezzo le email: le persone devono iscriversi a questi sistemi pubblicitari e dare il loro permesso affinché gli annunci siano mirati specificamente a loro.
Ma, a mio avviso, gli annunci basati sul comportamento delle persone non se ne andranno. Servirebbe al contrario una “Cookieidentity”, un’app o un’estensione come AdBlock agli utenti per decidere come e se farsi tracciare. Questa tecnologia permetterebbe non solo di far decidere all’utente in che modo farsi “perseguitare”, ma darebbe cognizione a tutti gli utenti di cosa sono i biscottini americani informatici.